venerdì 30 settembre 2016

"NORMALE" E'...

 
La gente considera normale tutto ciò che vede riflesso di se stessa nella società che la circonda....
Per la massa conformista delle persone perbene, essere normali significa sostanzialmente vivere come tutti gli altri, mangiare le stesse cose, fare le stesse cose, pensare le stesse cose, infine essere dei fieri patriottici che però non conoscono nulla della loro storia...
La normalità è un orrore, è una piaga sociale che rende irrimediabilmente stupide le persone....

Bisogna avere paura della normalità perché è una trappola che fa a mille pezzi la tua originalità, la tua UNICITA'... ti rende estraneo a te stesso, trasformandoti in un’insignificante copia di uno stereotipo che vaga nel mondo senza scopo alcuno....

Diventare normali è una condizione terribile, perché nel momento in cui decidi di essere una persona normale, perdi la tua anima, diventi un miserabile contenitore vuoto che non ha più il potere di scegliere.
Definirsi persone normali è ancora peggio, perché equivale a sopprimere volontariamente le proprie potenzialità in quanto essere umano, come un cerchio che aspira a diventare una banale linea retta....

Tutte queste persone che tornano dal lavoro e abbandonano il proprio corpo sul divano e consegnano la propria mente alla tv, che mangiano alla stessa ora e si addormentano alla stessa ora, che acquistano prodotti surgelati per non perdere tempo, senza accorgersi che è da una vita che continuano a perdere tutto il loro tempo.... Che scopo ha tutto questo? Che senso ha la vita quando si segue ossessivamente lo stesso copione ogni giorno? 
Quando vivi i tuoi giorni come fossero un disco incantato?

Tutte queste persone che si atteggiano da persone per bene e continuano a considerarsi normali, e non si vogliono rendere conto che ogni loro piccola scelta è stata condizionata, che credono in una religione solo perché ci credevano anche i loro genitori, che considerano un cibo sano e buono perché glielo ha detto la pubblicità, che considerano lo straniero un nemico, solo perché glielo ha detto la società, che passano quel poco tempo libero che gli è concesso all’interno di negozi, centri commerciali, bar e supermercati, prova del fatto che il sistema li ha ormai così irrimediabilmente condizionati, da far preferir loro le strutture artificiali alla natura, che ricordo, è totalmente gratuita... ma la natura si sa, per l’uomo moderno è considerata ancora selvaggia e priva di valore, l’uomo cammina su di essa e subito pensa: “Ho! Che bel parcheggio ci starebbe qua!”... 

Pochi sono coloro che ancora hanno a cuore la natura e quei pochi sono considerati dalla società, persone diverse, strambe o matte.
La domenica tutta questa gente "perbene" si riversa nelle Chiese per togliersi di dosso i propri peccati e i propri sensi di colpa, allo stesso modo di quando portano la loro macchina all’auto lavaggio, credono basti questo per pulirsi la coscienza, due preghiere e un po’ d’acqua santa, e non si rendono conto che fuori il mondo piange per i loro peccati...
Ma la follia più grande oggi è l’aspirazione degli individui a diventare persone normali che seguono le stesse mode, che indossano le stesse cose, che s’incontrano negli stessi locali, che quando incontrano per strada una donna in minigonna, subito pensano “che puttana”, poi una volta a casa si ammazzano di seghe davanti ad un filmino porno....

Le persone normali si distinguono dagli individui pensanti perché si conformano al pensiero dominante, se domani un cretino deciderà che indossare le mutande sopra ai pantaloni fa figo, tutti ne seguiranno immediatamente l’esempio, se ne deduce che le persone normali sono un branco di pecore assetate d’obbedienza e di conformismo, ignorano la ribellione e qualsiasi pensiero che vada oltre la banalità dominante, alle persone normali risulta impensabile cambiare le cose, per loro va tutto bene cosi com’è....

Un lavoro, uno stipendio, uno sputo di libertà l’anno da passare in una spiaggia sovraffollata al mare, una bandiera che faccia sentire loro parte di un recinto immaginario tracciato su una carta geografica, un po’ d’alcool e po’ di tabacco per tenere a freno i loro nervi nei momenti di maggior tensione e loro sono felici, questa è ciò che le persone comuni chiamano vita....

L'interesse per il vero scopo esistenziale, l'interesse per la vera informazione, l'interesse per il raggiungimento della saggezza, la vera e propria esistenza individuale su questo pianeta, la lotta alla corruzione, la tutela della propria terra, lo spreco del cibo e della materia, lo sfruttamento intelligente del territorio, ecc... sono tutti argomenti che annoiano lo schiavo moderno, che non chiede altro di essere lasciato in pace, a lui basta consumare, consumare e consumare... cambiare cellulare una volta l’anno per restare al passo con i suoi coetanei, permettersi vestiti firmati e uscire a divertirsi nel weekend e rimanere alla moda perché lo fa sentire Very Cool... lo schiavo perfetto moderno non si rende conto che se contribuisse a realizzarsi, prima individualmente, e poi col buon senso socievolmente, non avrebbe più bisogno dei weekend per evadere, perché tutto sarebbe più facile....

Vivere una vita normale è una sconfitta totale e presto o tardi tutti se ne accorgeranno.... Dobbiamo renderci conto che noi consideriamo normale questo stile di vita semplicemente perché siamo nati all’interno di questo concetto sociale, che non ha mai saputo, né voluto proporci alternativa migliore... ma solo REGOLE... NORME x la normalità (=Schiavitù) appunto....

"Oggi gli uomini non muoiono più sazi di vivere, ma stanchi di starsene al mondo....
D.R. UN LIBRO MAI FINITO..."

INGANNO NEW AGE...

COMPRENSIONE, CONTROLLO E DIFESA...
"Noi possiamo manifestare una realtà diversa, se ci preoccupiamo abbastanza di apprendere la Verità e quindi sviluppare il Coraggio e la Volontà per difenderla ad ogni costo.”

GLI INGANNI:
1. Ignora il “negativo”
Il concetto che peggiori le cose  concentrandoti sulla questione negativa, è falso.  Ignorare le questioni negative, come ignorare i sintomi di una malattia, serve solo a peggiorare la questione. Rifiutarsi di guardare una informazione difficile, solo perché  ti disturba, è scegliere volontariamente uno stato di ignoranza, restare inconsapevole.
Come correggerlo: guardare la negatività per quel che è, crea la capacità di essere risoluti contro i suoi effetti dannosi e forse evitarli del tutto....

2. Non arrabbiarti mai
“Nessuno dovrebbe mai arrabbiarsi. È un’emozione che deve essere purificato del tuo sistema”.
Come correggerlo: mentre la rabbia ingiustificata e non incanalata è controproducente per lo sviluppo dell’individuo e gli sforzi collettivi per generare un cambiamento collettivo, l’indignazione giustificata può essere una grande motivazione per creare un cambiamento positivo nel mondo. Se non sei indignato da ciò che sta accadendo intorno a te, non stai prestando attenzione: sei inconsapevole...

3. Tutto è Uno quindi Tutto è Bene
Molti New Agers (“newagisti”) cercano di vendere concetti come “giusto” e “sbagliato”, come fosse un dualismo e quindi come non validi. Cercano di convincerci che TUTTO è OK, perché siamo tutti “uno”. Questo è un pericoloso relativismo morale. Come correggerlo: “coscienza”, significa letteralmente “conoscere insieme”, avere “un senso comune”. È la conoscenza della differenza oggettiva tra giusto e sbagliato. Viviamo nella dualità. Lo spirito non è superiore alla materia e tutto non è Bene....

4. Non puoi mai veramente conoscere
È un solipsismo New Age, è l’ideologia che la conoscenza di qualsiasi cosa che sia fuori dalla propria mente (dal proprio pensiero), non sia sicura, che non possa esserci una realtà oggettiva e che nulla possa essere veramente conosciuto.
Come correggerlo: la percezione non è la realtà, Il nostro compito è di allineare le due. Il solipsismo è un elemento di definizione caratteristico di un infantilismo spirituale. Accomiatarsi da questa ideologia malata  è sicuramente un segno di fuoco dei nuovi inizi di una maturità umana e di uno sviluppo spirituale...

5. Accetta l’ingiustizia, non porre mai resistenza
Questo è l’abuso di meditazione e di yoga. Il movimento New Age sta distorcendo queste pratiche, rendendole mezzi per portar via la testa alla gente, allontanandola dal fatto di essere schiavizzata e rende così facile alle persone accettare la condizione attuale del mondo come fosse il loro destino nella vita. “Non fate mai un’azione per cercare di cambiare le cose che sono sbagliate in questo mondo”
Come correggerlo: lo scopo corretto della meditazione è quello  di riequilibrare gli emisferi del cervello, quello destro e quello sinistro. Lo scopo corretto dello Yoga è di  aiutarci a scoprire qual è il nostro VERO LAVORO e motivarci a FARLO. Smettete di dire “no”. L’uso corretto della forza NON E’ lo stesso che “violenza”...

6. La Legge- diluita- di Attrazione
La variante New Age della Legge di Attrazione, si basa ampiamente sulla modalità del “servizio-a-sè” .
Come correggerlo: La Legge Naturale, ovvero la VERA Legge di Attrazione è un sistema di condizioni Universali, non create dall’uomo, immutabili e  vincolanti, che governano le conseguenze del comportamento . E’ Servizio alla Verità, non al sè. Co-creiamo la nostra realtà in armonia con la Legge Naturale.....

7. Porgi l’altra guancia (uniforma le cicatrici!)
La falsa nozione di perdono incondizionato.
Come correggerlo: il vero perdono NON significa continuare a scusare all’infinito chi fa volontariamente il male. Al meglio, tutto questo è ingenuità e al peggio complicità col male. Dobbiamo prendere posizione per per ciò in cui crediamo e NON tollerare le azioni dannose degli altri....

8. Devi temere il caos
Se rinuncio alle mie libertà, allora sarò al sicuro. L’attuale sistema di Controllo & Schiavitù ha a che fare con la limitazione del libera arbitrio e dalla  aspirazione, attraverso la distruzione della possibilità ovvero è la Morte dell’Immaginazione
Come correggerlo: serve colmare il divario. La vera libertà include la possibilità infinita, che per definizione include la possibilità del caos, che serve accogliere senza paura, se dobbiamo essere veramente liberi. “Anarchia” non significa caos, significa “nessuna regola, Nessun maestro”. Dobbiamo smettere di credere nella “Autorità”...

9. Devi sentirti sempre bene
E’ un fatto innato, che vogliamo sentirci sempre comodi e questo fatto viene usato dai nostri governanti, per distrarci costantemente in modi sempre più svariati, per isolarci dalla realtà.
Come correggerlo: la Verità dell’attuale condizione umana DOVREBBE metterci a disagio. Questo fatto si chiama consapevolezza, coscienza.  Dovremmo usare quel disagio, per motivarci a creare un VERO CAMBIAMENTO nel mondo, attraverso le nostre AZIONI...

“NON CI SI ILLUMINA IMMAGINANDO FIGURE DI LUCE, MA RENDENDO CONSAPEVOLE L’OSCURITÀ. QUEST’ULTIMA PROCEDURA, TUTTAVIA, È SGRADEVOLE E QUINDI NON POPOLARE” - CARL JUNG
10. La verità non ha bisogno di essere difesa
Non combattere mai le stronzate degli altri (anche se questo danneggia la gente). Non c’è bisogno di difendere la verità
Come correggerlo: NOI siamo i veicoli attraverso cui la verità opera nel mondo. I malfattori devono rendere conto. Noi possiamo manifestare una realtà diversa, se ci preoccupiamo abbastanza di apprendere la Verità e quindi sviluppare il Coraggio e la Volontà per difenderla ad ogni costo....

“UNA VOLTA CHE HAI SCOPERTO L’EFFETTO DANNOSO DEL FLUORITE  E CONDIVIDI QUELLA INFORMAZIONE… SI STAI GIUDICANDO, PERCHÉ IL GIUDIZIO È UN ELEMENTO DI VALUTAZIONE. TUTTO LO YOGA PSEUDO-SPIRITUALE, LA CULTURA PIGLIA E MISCHIA, È TOSSICO… SI INCASTRA PERFETTAMENTE NEL CREDO “HO- RAGIONE- IO” DEI FASCISTI ARCOBALENO E DELLA POLIZIA POSITIVA, CHE VORREBBERO CHE TU CREDESSI CHE GLI SMOOTHIES, LO YOGA, LA PERMACULTURA, IL RICICLAGGIO  E IL CANTARE I NOMI DI DEI INDUISTI IN VOGA, È TUTTO CIÒ CHE HAI BISOGNO DI FARE PER PORRE FRENO ALL’APOCALISSE CHE AVANZA SEMPRE DI PIÙ E NELLA QUALE CI TROVIAMO. QUALSIASI COSA TU FACCIA IN LORO COMPAGNIA,  NON MENZIONARE GENOCIDIO, PEDOFILIA O NESSUN’ ALTRA SERIE DI INGANNI GLOBALI. OGNI RIFERIMENTO AGLI ALIENI O ALLA LUNA, APPENDERÀ AL SOFFITTO LA TUA REPUTAZIONE NELLA LORO CERCHIA” – JULIET J. CARTER
 

PRIVATIZZAZIONI ITALIA

COME SI FOTTERONO (E SI FOTTONO) IL PAESE SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI.
La storia delle privatizzazioni e dei privatizzatori che hanno svuotato questo Paese di ogni sua ricchezza, trasformandolo da settima potenza economica mondiale a un grande discount per ricchi speculatori senza scrupoli....

Verso la fine di Novembre 2015, il Ministro dei Trasporti, Graziano Del Rio, ha rilasciato una dichiarazione. Ha detto che, nel corso del 2016, il 40% delle Ferrovie dello Stato verrà privatizzato.  O meglio: Ferrovie dello Stato verrà quotata in borsa e in borsa saranno messi appunto il 40% delle azioni. Una postilla a questa operazione, espressa nel classico “bizantinismo” del linguaggio politico, è il fatto che Ferrovie dello Stato si riserva di mantenere il controllo delle infrastrutture, cioè vale a dire della rete ferroviaria, mentre invece la veicolazione dei mezzi su questa rete ferroviaria, perlomeno per il 40%, verrà ulteriormente privatizzata.
Questa è solo l’ultima, in ordine di tempo, di tutta una serie di privatizzazioni che sono state fatte nel corso degli anni. I criteri che vengono veicolati per giustificare le privatizzazioni sono da una parte quello di fare cassa (perché avendo un debito pubblico alle stelle, avremmo bisogno di vendere) e dall’altro lato quello di consentire un migliore utilizzo di opere pubbliche, di beni pubblici, di asset pubblici che invece, se gestiti dallo Stato, verrebbero gestiti male. Ma vediamo, in nome di questi criteri, cosa è stato fatto nel corso degli anni....

DIVORZIO TRA BANCA D'ITALIA E MINISTERO DEL TESORO....
Una prima data storica che va assolutamente scolpita nella testa è quella del 1981/82, perché sancisce il divorzio tra la Banca d’Italia e il Tesoro. All’epoca il Governo era quello di Forlani e di Spadolini, membro del gruppo Bilderberg, e Banca d’Italia era allora diretta da Carlo Azeglio Ciampi. Però l’uomo chiave di questa operazione si chiamava Beniamino Andreatta, che fu colui che sancì il divorzio tra il Tesoro e la Banca d’Italia. In parole povere, fino a quel momento la Banca d’Italia era obbligata a comperare i Titoli di Stato, mentre da quel momento in poi i Titoli di Stato italiani furono immessi sui mercati. Il che vuol dire che il tasso d’interesse al quale venivano venduti non era più deciso internamente, tra il Tesoro e la Banca d’Italia, ma lo decideva qualcun altro. Se guardate un qualunque grafico del livello del debito pubblico nel tempo, si vede a occhio nudo che dal 1982 fino al 1990 il nostro debito pubblico ebbe un’impennata colossale, cosa che poi servirà per giustificare la vendita degli asset di cui stiamo parlando. Se fino ad allora si parlava di duecento miliardi, a un certo punto, dopo l’immissione dei Titoli di Stato sui mercati, il debito pubblico schizza letteralmente, in meno di un decennio, a circa1.600 miliardi, quindi cifre tutto sommato prossime a quelle odierne.....

NON TUTTI CONOSCONO IL PANFILO "BRITANNIA"...
Secondo momento chiave, all’interno di questa storia – e qui entriamo effettivamente nel punto critico delle privatizzazioni – si situa invece nei primi anni novanta. Carlo Azeglio Ciampi – ancora lui – ci impone di rimanere ancorati allo SME. Poi arriva il famoso incontro informale (informale un piffero, direi)sul panfilo Britannia a Civitavecchia. Su quel panfilo salirono tanti esponenti italiani ed è lì che fa la sua comparsa, in una posizione di un certo rilievo, Mario Draghi, che all’epoca era a capo del Ministero del Tesoro. Pensate un po’: abbiamo dato a suo tempo il Tesoro in mano a colui che, poco dopo, lo avrebbe ceduto ad altri. Insomma, non è che fossimo stati poi così tanto lungimiranti. Come che sia, sul Britannia c’erano non solo Mario Draghi, ma anche Ciampi (Banca d’Italia, ancora lui!), Beniamino Andreatta (ancora lui!), Mario Baldassarri, c’erano i vertici dell’IRI e di tutta un’altra serie di importanti asset strategici italiani. Ma c’erano soprattutto gli investitori: c’era Barclays, c’era Goldman Sachs, nella quale poi ritroveremo Draghi come vice presidente, forse per meriti acquisiti proprio di quella circostanza. E nel passaggio dal Tesoro a Goldman Sachs non vorrete mica dirmi che qualche conflitto di interessi non si potrebbe ravvisare! Ma che successe su quel panfilo? Si diede il via alle privatizzazioni: da lì in avanti moltissimi asset pubblici strategici italiani vennero smembrati e venduti, o meglio sarebbe a dire “svenduti”, a tutta una serie di investitori internazionali e alla finanza internazionale....

DA SOROS AL "RE DELLE PRIVATIZZAZIONI" ROMANO PRODI...
Immediatamente dopo succedono tre eventi: intanto c’è l’attacco di Soros alla Lira, grazie al quale lo speculatore statunitense riuscì a portarsi a casa circa un miliardo di dollari. Dopodiché ci fu tangentopoli, che segnò la fine della prima Repubblica. E ci furono gli attentati a Giovanni Falcone e a Paolo Borsellino, il primo dei quali – si sa oramai con certezza – a suo tempo aveva scoperto degli ingenti flussi di denaro, con l’intervento mafioso, che transitavano verso alcuni ambienti della finanza internazionale.
Fu allora che un altro nome assurse alla ribalta delle cronache: Romano Prodi. Già attivo fin dal 1982, almeno fino al 2007 possiamo considerare l’intera attività di Romano Prodi racchiusa in un’unica missione: quella di svendere o addirittura regalare ad alcuni suoi alleati – chiamiamoli così – tra i quali Carlo De Benedetti ( l’uomo chiave del quotidiano “La Repubblica”), tutti gli enti pubblici dello Stato, operazione resa finalmente possibile grazie (guarda un po’!) al Governo Amato, che trasformò la maggior parte degli enti statali in società per azioni, con un decreto legge del 1991 (vedete che le date si cominciano ad allineare?), in modo che l’élite finanziaria e la speculazione potessero ovviamente aggredirli.
Prodi e De Benedetti sono due uomini chiave: il primo fu a capo dell’IRI, l’Istituto per la Ricostruzione Industriale per sette anni. La sua attività, in quel tempo, fu quella di smembrare l’IRI e di spacchettarlo al fine di venderne i pezzi al miglior offerenti. De Benedetti è stato uno di questi: ha acquistato a prezzi di realizzo alcuni asset storici, che vediamo a breve, rivendendoli a venti volte il prezzo di acquisto. Prodi, tanto per dirne una, mentre era a capo dell’IRI, concesse incarichi miliardari alla sua stessa società di consulenza che si chiamava Nomisma, in un evidente conflitto di interessi a fronte del quale quello attuale tra il Ministro Boschi e Banca Etruria fa sorridere. Eppure, Prodi assurse alle cronache come “il salvatore della Patria”, perché era l’unico in grado di organizzare una coalizione politica in grado di opporsi a Berlusconi. Ma questa è un’altra storia…

QUANDO SMEMBRARONO L'IRI...
L’IRI, fondato negli anni trenta, era un istituto fondamentale: l’Istituto per la Ricostruzione Industriale. Alcuni elementi industriali dello Stato dovevano assolutamente essere sotto il controllo pubblico, proprio perché di utilità strategica dal punto di vista pubblico. Tra gli asset che facevano parte dell’IRI c’erano ad esempio Alitalia, il settore delle autostrade, la Banca Commerciale Italiana, il Banco di Roma, il Credito Italiano, Fincantieri, Finelettrica, Finmare, Finmeccanica, Finsider, Finsiel, Italstat, Rai, Sme e Stet. In pratica, intorno all’IRI erano rappresentati gli interessi fondamentali dello Stato italiano: il settore alimentare, il settore aerospaziale, il settore delle auto, quello delle costruzioni navali, della chimica, dell’editoria, della finanza, dell’informatica, della microelettronica, della metallurgia, delle telecomunicazioni e dei trasporti. L’IRI venne letteralmente smembrato! Fu un record mondiale per l’epoca: parte delle numerose aziende statali all’epoca detenute dall’IRI (che veniva definita “galassia IRI”, “carrozzone IRI”, senza capirne l’importanza strategica) vennero cedute ai privati. Si trattava di aziende gloriose del nostro Stato, erano asset strategici e vennero cedute. La Nestlé nel 1993 si comprò tra le altre Motta e Alemagna; Benetton e GS a Carrefour, nel 1995; Telecom che andò a finire nel ’97 alla famiglia Agnelli, poi a Colaninno, Pirelli, Benetton ancora una volta e poi a Telefonica (gruppo spagnolo); Autogrill e Autostrade per l’Italia, finite ancora a a Benetton nel 1999; operazioni che hanno fruttato plusvalenze enormi;  ENI ed ENEL, che vennero privatizzate del 70%, nel 1995 la prima, e nel 1999 la seconda....

"Basterebbero gli ultimi due nomi per capire cos’abbiano determinato ai giorni nostri queste privatizzazioni selvagge: aprite l’ultima bolletta della luce. Nel ’93 il Credito Italiano finirà nel nuovo gruppo Unicredit, la BNL nel gruppo Paribas nel ’98, la Banca Commerciale Italiana che nel ’94 viene venduta a Banca Intesa e poi a San Paolo; il Banco di Roma; l’IMI; Finsider; Finmeccanica privatizzata nel ’93 e prima ancora FIAT, nel 1986."

PARASSITI D'ITALIA...
Gli uomini chiave di questa seconda fase (la prima, abbiamo detto fu quella di Beniamino Andreatta, del divorzio della Banca d’Italia dal Tesoro) sono Mario Draghi, direttore del Tesoro dal ’91 al 2001, poi finito in Goldman Sachs (chissà perché, chissà per quali meriti) e poi addirittura alla Banca Centrale Europea; Carlo Azeglio Ciampi, passato dalla Banca d’Italia addirittura alla Presidenza della Repubblica; Massimo D’alema e Romano Prodi, presidenti del Consiglio e così via....

LE CONSEGUENZE DELLE PRIVATIZZAZIONI...
Ci sono almeno tre conseguenze, di queste privatizzazioni selvagge. La prima, banale: una volta che un asset dello Stato viene venduto ai privati, non è più tuo, nel senso che se appartiene allo Stato, è parte del patrimonio di ciascuno di noi.  La seconda: il prezzo di utilizzo dell’eventuale servizio (parliamo ad esempio di ENEL ed ENI) viene alienato. È vero che anche prima si pagava un corrispettivo a una società, ma essendo tale società di Stato era in realtà un pagamento che tu facevi e che però rientrava nelle casse dello Stato e quindi, in quota parte, anche nelle tue tasche. Invece, nel momento in cui viene trasferito ai privati, è evidente che quel pagamento finisce nelle tasche di chi possiede quell’asset. La terza conseguenza è che cambia il prezzo di utilizzo di quel servizio. Anche qui, basta prendere una qualsiasi bolletta di ENEL ed ENI e si può facilmente verificare se ci abbiamo guadagnato o perduto. Fino a che un asset è pubblico, il prezzo viene fissato, di fatto, dallo Stato; nel momento in cui diventa privato, il prezzo di quel servizio viene fissato dal proprietario che, volendoci guadagnare, lo alza.....

C O N C L U S I O N I...
Va smantellata – e bisogna ficcarselo in testa a martellate – la narrazione alla base di qualunque privatizzazione, ovvero innanzitutto che sia necessario fare cassa”. È evidente che saremo sempre costretti a fare cassa nel momento in cui continuiamo a essere indebitati, ma se torniamo indietro, dal punto di vista storico, possiamo capire perché siamo indebitati: ci siamo indebitati maggiormente dal momento in cui i nostri Titoli di Stato sono diventati appannaggio dei mercati. Il processo è diabolico: i mercati, quindi le élite finanziarie, la speculazione, ci continuano a indebitare e ci tengono indebitati sempre di più. Da qui la cosiddetta necessità di fare cassa; da qui la cosiddetta necessità di continuare a svendere gli asset strategici di Stato. E chi li acquista? La stessa élite finanziaria che è all’origine del nostro debito pubblico. Quindi prima ci indebitano e poi ci costringono, di fatto, per via politica, a vendere a loro i nostri asset strategici.

Il secondo elemento della narrazione alla base delle privatizzazioni è che “il privato sia sempre meglio del pubblico” (ndr: vedere “la balla dello Stato palloso e del privato rivoluzionario“). Tutto parte dal fatto che il pubblico viene gestito male e quindi sarebbe necessario che a gestire questi asset siano i privati. I quali, siccome hanno bisogno di generare profitti dalla loro gestione, certamente saranno in grado di gestirli meglio. Si tratta di una logica ridicola, per non dire disastrosa, perché nel momento in cui ci si accorge – il che è vero – che gli asset pubblici vengono gestiti male, la soluzione non dovrebbe essere “e allora vendiamoli ai privati“: la soluzione dovrebbe invece essere “e allora rimuoviamo chi li gestisce e facciamoli gestire meglio“. Altrimenti da qui non se ne esce!
Questi due elementi narrativi inducono nella percezione collettiva la bontà delle privatizzazioni. Siccome oggi oramai dovremmo essere coscienti che questa bontà non c’è stata e che abbiamo avuto tutto da perdere dalle privatizzazioni, dimostrando che questa narrazione, costantemente veicolata dai media di massa, è falsa, dovremmo essere in grado di capire la situazione nel suo complesso e quindi rigettare con sdegno e forza qualsiasi dichiarazione, come quella di Del Rio da cui siamo partiti, che è solo l’ultima a favore delle privatizzazioni....
 
PARASSITI D'ITALIA
 

IL "DIVIDI ET IMPERA" ALIMENTARE...

IL PERICOLO NASCOSTO DEI CIBI INDUSTRIALI..
 
Attualmente potremmo sperare che, nonostante tutto, quello che mangiamo sia ancora nutriente e sano… NON E' VERO!!! In realtà se cominciamo ad informarci consapevolmente sull'argomento, scopriremo che l’industria dell’alimentazione è drasticamente cambiata negli ultimi cinquant’anni, mostrandoci senza troppi veli alcuni dei metodi di coltivazione e di allevamento che poco rispettano i ritmi naturali delle piante o le esigenze degli animali....

Pensateci bene: ormai al supermercato le stagioni non esistono più ed è possibile trovare ampia scelta tutto l’anno e magari acquistare frutta e ortaggi che arrivano da paesi lontani. I pomodori che dall’Europa giungono in America, ad esempio, vengono raccolti ancora acerbi dall’altra parte del globo e fatti maturare con l’etilene durante il trasporto. Hanno l’aspetto del pomodoro, ma ne sono solo l’apparenza. Ne rappresentano l’idea....
È stato calato deliberatamente un sipario tra noi e il luogo di provenienza del cibo. Le industrie non vogliono che si sappia la verità. Se il consumatore la conoscesse, non comprerebbe.
Per esempio, seguendo a ritroso la filiera produttiva delle fette di carne, non troveremmo di certo una fattoria, ma una fabbrica. La realtà è ben diversa da ciò che si crede. La carne viene lavorata da grandi multinazionali che hanno poco a che fare con tenute agricole e allevatori. Oggi il cibo proviene da lunghe catene di montaggio. Gli animali e i lavoratori vengono maltrattati e sfruttati. Gli alimenti sono diventati pericolosi, e ciò ci viene intenzionalmente nascosto...
Esiste un ristretto gruppo di multinazionali che controlla l’intera produzione alimentare dal seme al supermercato e che sta assumendo un crescente potere, arricchendosi smisuratamente. Non è solo una questione di cibo, sono a rischio anche la libertà di espressione e il diritto all’informazione. Non è solo la nostra salute a essere in pericolo.
Le multinazionali non vogliono che gli allevatori parlino e che queste cose si sappiano...
Quando ci informiamo seriamente, senza bende negli occhi, vediamo immagini e scene di "moderne" stie, dove polli e galline vivono ammassati in gabbia, con uno spazio vitale esiguo, costretti a produrre uova come se fossero operai in una catena di montaggio.
E ancora più macabre sono le immagini di un’industria di carne, dove cadaveri di mucche scorrono su un lungo nastro che trasformerà l’animale morto in una bistecca confezionata e pronta da vendere al supermercato....

Possiamo notare come negli Stati Uniti ed oramai anche nei paesi europei, attraverso azione di lobbying da parte delle più grandi aziende della filiera alimentare, si riesce a far vietare ai media, alla stampa e a chiunque produca informazione la pubblicazione di foto e di filmati che mostrino come avviene la produzione di cibo....
Perché secondo voi? Perché se sapessimo davvero come gli animali e le piante vengono trattati e quali processi di lavorazione e conservazione ci sono dietro a ogni alimento che arriva sulle nostre tavole, probabilmente smetteremmo di recarci nei grandi supermercati e torneremmo tutti a mangiare naturale. Capiremmo che per l’industria alimentare anche noi siamo come quei polli in gabbia: siamo soggetti sfruttati per produrre profitto. La pubblicità ci mostra spesso immagini ingannevoli illudendoci di venderci prodotti sani, ma che di naturale hanno ormai ben poco. Ma noi non lo sappiamo, perché tra chi produce e chi acquista c’è una distanza. «Divide et impera».....

Pensate per un attimo, ad esempio, all'esperienza di acquisto al supermercato....
"Ho la dispensa vuota, devo andare a fare la spesa. Cosa mangio stasera? Stasera… ho voglia di fragole israeliane! Al supermercato sotto casa mia le fragole le trovo tutto l’anno! Poi mi mancano i biscotti per la prima colazione e la carta igienica. Faccio la lista dei tre articoli da comprare e mi reco al supermercato. Entro e ascolto il solito jingle che mi ricorda il nome del supermercato, intervallato dalla musica della radio che ha lo scopo di rilassare e mettere a proprio agio i clienti. Così comincio a distrarmi tra un articolo e l’altro. «Che cos’è quel prodotto colorato laggiù in fondo? Ma guarda! È un nuovo cibo dietetico. Ma sì, lo provo!», e lo infilo nel carrello. Poi riprendo a cercare ciò che mi serve, anche se nel frattempo mi distraggo più e più volte tra i vari scaffali.
Alla fine arrivo alla cassa con il triplo dei prodotti che avevo scritto sul mio promemoria nel carrello. Mentre aspetto in coda il mio turno (davanti a me c’è una dozzina di persone, ciascuna delle quali pensa ai fatti suoi) scorgo il pacchetto di chewing-gum che mi piacciono tanto, e infilo anche quello nel carrello. Ma mentre sto compiendo questa operazione, il tipo dietro di me mi supera....
Maleducato! Gliene dico quattro su come bisognerebbe comportarsi, e mi impadronisco nuovamente del posto che mi spetta. Finalmente arriva il mio turno. La cassiera passa uno a uno gli articoli del mio carrello senza alzare gli occhi dal nastro scorrevole e dal monitor digitale e mi congeda con un freddo «Arrivederci»...
Ora controllo lo scontrino: ero entrato per comprare tre articoli e invece ho speso 47 euro… Ho preso i biscotti, la carta igienica e… mannaggia, mi sono dimenticato le fragole!"

Funziona così il marketing. Riesce a distrarci e a dividerci fino al punto da farci comprare quello che vogliono altri. Non sappiamo nulla riguardo alla provenienza dei prodotti, a come vengano allevati gli animali o cresciuti i frutti e gli ortaggi che troviamo sugli scaffali.
Non sappiano nulla dei metodi di lavorazione, stoccaggio, distribuzione dei vari alimenti, nulla della provenienza dei cibi, né degli attori della filiera produttiva...
Non sappiamo nulla nemmeno dei nostri simili che, come noi, fanno la spesa nello stesso supermercato. La nostra esperienza di acquisto è quella di una persona che entra in un posto per comprare qualcosa e che ne esce acquistando dell’altro, sentendosi completamente separata da tutti gli altri: prodotti, produttori, clienti, commessi.
Il principio è sempre lo stesso: «Divide et impera». Siamo separati dal capire cosa c’è nel nostro piatto, come ci arriva, se è buono o no...
Siamo separati dalla vera cultura alimentare, dalla vera cultura agricola fai da te, hanno fatto in modo che la massa si trasferisse nei grossi centri urbani e lasciasse le piccole comunità (paesi) dove vi è abbondanza di terra e maggior contatto con la natura...
Un ritorno e un certo reimpossessarsi di queste origini, potrebbe apportarci il giusto benessere per una vita più salubre in tutti i termini.. per noi e per i nostri figli a venire...
Eviteremmo così di farci sedurre da tutto questo consumismo alimentare frenetico e ottuso, e quantomeno sapremmo chi abbiamo veramente davanti...
 
"COME TI AVVELENO IL CIBO"
I TRUCCHI DELLE MULTINAZIONALI SULLE
ETICHETTE DEI PRODOTTI ALIMENTARI...
L’elenco degli ingredienti nei prodotti alimentari è studiato per informare i consumatori circa il contenuto del prodotto stesso. La realtà: l’elenco degli ingredienti è usato dai produttori alimentari per imbrogliare i consumatori sul fatto che siano più sani di quello che in verità sono. Adesso esploreremo i più comuni trucchi usati dalle aziende alimentari per ingannare i consumatori...
Di seguito utili informazioni per aiutare i consumatori a leggere le etichette dei prodotti con il giusto scetticismo....
INGANNARE I CONSUMATORI: TRUCCHI DEL COMMERCIO ALIMENTARE...
Se la scheda nutrizionale informativa presente nella confezione del prodotto alimentare elenca tutte le sostanze contenute nel prodotto, come possono ingannare i consumatori?
Ecco alcuni dei modi più comuni: uno dei trucchi più comuni è quello di distribuire gli zuccheri presenti tra molti ingredienti così che le quantità di zuccheri non compaiano nei primi tre dell’elenco.
Per esempio un’azienda può usare una combinazione di saccarosio, fruttosio, sciroppo di cereali, sciroppo di grano, zucchero di canna non raffinato, destrosio e altri zuccheri per essere sicura che nessuno di essi sia presente in quantità sufficiente da arrivare nelle prime posizioni dell’elenco degli ingredienti(ricordate che gli ingredienti sono elencati in ordine di proporzione nel prodotto, con i più presenti elencati per primi).
Questo inganna i consumatori sul fatto che il prodotto non è fatto in realtà principalmente da zucchero mentre i principali ingredienti potrebbero essere differenti tipologie di zucchero.
E’ un modo per spostare artificialmente lo zucchero più in giù nella lista degli ingredienti, non informando sul contenuto reale di zucchero presente nell’intero prodotto.
Un altro trucco consiste nel gonfiare l’elenco con minuscole quantità di ridondanti ingredienti. Si può vederlo nei prodotti per la cura personale e nello shampoo, dove le aziende dichiarano di fornire shampoo alle erbe che in realtà hanno un contenuto di erbe quasi inesistente. Nei prodotti alimentari le aziende gonfiano la lista degli ingredienti con “salutari” bacche, erbe o super-cibi che, molto spesso, sono presenti solo in minuscole quantità... La presenza alla fine dell’elenco degli ingredienti della “spirulina” è praticamente insignificante. Non c’è abbastanza spirulina in quel prodotto che possa produrre reali effetti sulla vostra salute. Questo trucco è chiamato “etichetta imbottita” ed è comunemente usata dai produttori di “junk-food – cibo spazzatura” che vogliono saltare sul carro dei prodotti biologici senza in realtà produrre cibi salutari.

NASCONDERE GLI INGREDIENTI DANNOSI..
Un terzo trucco consiste nel nascondere ingredienti dannosi dietro nomi dal suono innocente, che fanno credere al consumatore che siano sani.
’estremamente cancerogeno “nitrito di sodio” (conservante E250), per esempio, suona perfettamente innocente, ma è ben documentato che è causa di tumori al cervello, cancro al pancreas, cancro al colon e molti altri tipi di cancro. “Carminio” suona come un innocente colorante per alimenti, ma in realtà è fatto con le carcasse frantumate di scarafaggi rossi della cocciniglia. Naturalmente nessuno mangerebbe yogurt alle fragole se sull’etichetta ci fosse indicato “colorante rosso per alimenti a base di insetti“.
Allo stesso modo, “estratto di lievito” suona come un ingrediente salutare, ma in realtà è un trucco usato per nascondere il “glutammato monosodico” (MSG, un esaltatore chimico di sapore, per dare gusto ai cibi eccessivamente elaborati)senza avere l’obbligo di indicarlo nell’etichetta.
Molti ingredienti contengono “glutammato monosodico” nascosto. Praticamente tutti gli ingredienti idrolizzati contengono alcune quantità di “glutammato monosodico” nascosto....

NON ESSERE INGANNATI DAL NOME DEL PRODOTTO..
Sapete che il nome del prodotto alimentare non ha nulla a che fare con ciò che c’è dentro? 
Aziende alimentari fanno prodotti come “Guacamole Dip” (salsa di avocado) che non contiene avocado! sono fatti, invece, con “olio di soia idrogenata” ecolorante chimico verde.
Ma ingenui consumatori comprano questi prodotti, pensando di prendere salsa di avocado, in realtà stanno comprando colorante verde, squisito dietetico veleno...
I nomi dei cibi possono includere parole che descrivono ingredienti che nel cibo non ci sono per niente. Un cracker al formaggio, per esempio, non deve necessariamente contenere del formaggio. Qualcosa di “cremoso” non deve contenere la creama. Un prodotto alla frutta, non ha bisogno di contenere nemmeno una singola molecola di frutta. 
Non fatevi ingannare dai nomi dei prodotti stampati sulla confezione. Questi nomi sono ideati per vendere i prodotti, non per descrivere gli ingredienti contenuti in essi...

LA LISTA DEGLI INGREDIENTI NON INCLUDE GLI INQUINANTINon c’è la necessità, nell’elenco degli ingredienti, di includere i nome degli inquinanti chimici, metalli pesanti, bisphenol-A, PCBs (bifenile policlorurato),perclorato o altre sostanze tossiche trovate nei cibi. Come risultato abbiamo che la lista degli ingredienti non elenca quello che in realtà c’è nel cibo, elenca soltanto quello che i produttori vogliono che tu creda che ci sia nel cibo. Richieste per elencare gli ingredienti nei cibi furono prodotte da uno sforzo congiunto tra il governo e l’industria privata.
All’inizio, le aziende alimentari non volevano fosse obbligatorio indicare tutti gli ingredienti. Chiesero che gli ingredienti fossero considerati “proprietà riservata” e che elencarli, svelando così i loro segreti modi di produzione, avrebbe distrutto i loro affari.
E’ un’assurdità, naturalmente, poiché le aziende alimentari volevano soltanto tenere all’oscuro i consumatori su quello che in realtà c’è nei loro prodotti.
E’ per questo che non è ancora stato richiesto di elencare i vari inquinanti chimici, pesticidi, metalli pesanti e altre sostanze che hanno un notevole e diretto impatto sulla salute dei consumatori (per anni, le aziende alimentari hanno combattuto duramente contro l’elenco degli “acidi grassi”, ed è solo dopo una protesta di massa delle associazioni di consumatori che la FDA alla fine ha obbligato le aziende ad includere nell’etichetta gli “acidi grassi)....

MANIPOLARE LA QUANTITÀ DELLE PORZIONI....Le aziende alimentari hanno capito anche come manipolare la porzione del cibo al fine di far apparire i loro prodotti privi di ingredienti nocivi come gli acidi grassi.
La FDA ha creato un sotterfugio per riportare gli acidi grassi nell’etichetta:
Per ogni cibo che contiene fino a 0,5 grammi di acidi grassi è permesso dichiarare sull’etichetta come cibo a contenuto ZERO di acidi grassi. Questa è la logica della FDA dove 0,5 = 0.
Ma la matematica confusa non è il solo trucco giocato dalla FDA per proteggere gli interessi commerciali delle industrie che dichiara di controllare. Sfruttando questo trucco degli 0,5 grammi, le aziende arbitrariamente riducono le porzioni dei loro cibi a livelli ridicoli – giusto per tenere gli acidi grassi sotto gli 0,5 grammi per porzione. Così loro dichiarano in grande sulla confezione “ZERO Acidi Grassi“.
In realtà il prodotto può essere pieno di acidi grassi (trovati in olii idrogenati), ma la porzione è stata ridotta ad un peso che può essere appropriato solo per nutrire uno scoiattolo, non un essere umano.
La prossima volta che prendete un prodotto da drogheria, controllate il “Numero di porzioni” indicato sulla scheda nutrizionale informativa. Troverete probabilmente dei numeri talmente alti che non hanno nulla a che fare con la realtà.

Un produttore di biscotti, per esempio, può dichiarare che un biscotto è “un’intera porzione di biscotti“. Ma voi conoscete qualcuno che, in realtà, mangia un solo biscotto?
Se un biscotto contiene 0,5 grammi di acidi grassi, significa che l’intero pacco di 30 biscotti contiene 15 grammi totali (naturalmente la moltiplicazione è resa più difficoltosa dal fatto che gli olii idrogenati nuociono al cervello).
Pensate: 30 biscotti x 0,5 grammi per biscotto in realtà corrispondono a 15 grammi. Tu prendi un pacco di biscotti che contiene 15 grammi di acidi grassi (che è una dose enorme di veleno dietetico) mentre loro ne dichiarano ZERO grammi.
Questo è solo un altro esempio di come le aziende alimentari usano la scheda nutrizionale informativa e l’elenco degli ingredienti per ingannare e non per informare i consumatori....

CONSIGLI PER LEGGERE GLI INGREDIENTI DELLE TABELLE...1) Ricordare che gli ingredienti sono elencati in ordine della loro proporzione nel prodotto. Questo significa che i primi 3 ingredienti contano molto di più di qualsiasi altro. I primi 3 ingredienti sono quelli che tu principalmente stai mangiando.

2) Se l’elenco degli ingredienti contiene lunghe parole, apparentemente chimiche, che tu non riesci neppure a pronunciare, evita il prodotto. Probabilmente contiene vari chimici tossici. Perché vuoi mangiarli? Assumi ingredienti che conosci.

3) Non farti ingannare da fantastici nomi di erbe o altri ingredienti che appaiono molto in giù nella lista. Alcuni produttori di alimenti che includono “goji bacche” (bacche di Lycium) verso la fine dell’elenco le usano solo come trovata pubblicitaria da apporre sull’etichetta. La reale quantità di goji bacche nel prodotto è probabilmente minuscola.

4) Ricorda che l’elenco degli ingredienti non ha l’obbligo di elencare inquinanti chimici. I cibi possono essere contaminati come pesticidi, solventi, acrilamidi, PFOA (Acido di Perfluorooctanoic), perclorati (combustibili per razzi) e altri tossici chimici senza l’obbligo di elencarli in etichetta. Il miglior modo di limitare l’ingestione di tossici chimici è comprare biologico, o cibi freschi poco trattati.

5) Cercare parole come “germogliato” o “naturale” che indica cibi di alta qualità. Chicchi e semi germogliati sono più sani di quelli non germogliati. Ingredienti naturali sono generalmente più sani di quelli trattati o cotti. I chicchi interi sono più sani di quelli arricchiti.

6) Non fatevi ingannare dalla parola “grano” quando deriva da farina. Tutta la farina derivata dal grano può essere chiamata “farina di grano”, anche se è stata trattata, sbiancata e privata dei suoi nutrienti. Solo la farina di grano “chicco intero” è il tipo di farina sana (molti consumatori, sbagliando, credono che prodotti di “farina di grano” derivino dal chicco intero. Infatti questo è falso. I produttori alimentari ingannano i consumatori con questo trucchetto.

7) Non fatevi ingannare nel credere che i prodotti integrali siano più sani dei prodotti naturali. Lo zucchero bruno è solo una trovata pubblicitaria – è zucchero bianco con colorante marrone e aroma aggiunto. Le uova integrali non sono diverse da quelle bianche (eccetto che per il fatto che i loro gusci appaiono bruni). Il pane integrale può non essere più sano del pane bianco, a meno che non sia fatto con chicchi di grano interi. Non fatevi ingannare dai cibi “integrali”. Sono delle trovate pubblicitarie dei giganti della produzione alimentare per ingannare i consumatori nel pagare di più per i prodotti fabbricati da loro.

8) Attenzione all’inganno delle piccole porzioni. I produttori alimentari usano questo trucco per ridurre il numero di calorie, grammi di zuccheri o grammi di acidi grassi che i consumatori credono siano contenuti nei loro prodotti. Molte porzioni sono arbitrarie e non hanno un fondamento reale...

GIORDANO BRUNO: "QUESTO POTERE IPOCRITA, CHE CI VUOLE SUDDITI"...

 "QUESTO POTERE IPOCRITA, CHE CI VUOLE SUDDITI"...
La filosofia di Giordano Bruno è il grido di coraggio per alzare la testa contro la sottomissione fideista, che vuole un’umanità eterna minore: «gregge», «asino», «pulcino», «puledro». In uno stato di perenne infantilismo, sottomessa a libri “sacri” e ai loro “sacralizzati” interpreti, che con la promessa del cielo pretendono di dettar legge sulla terra. Bruno a costoro toglie ogni ruolo, non solo mettendone a nudo le brame di potere, ma spazzando via le gabbie dell’ideologismo delle loro presunte Verità eterne. Il copernicanesimo è il trampolino di lancio della rivoluzione Bruniana dell’infinito divenire. «Con la Terra ruotano tutte le cose che in terra stanno». Quindi, anche soggezione mentale e sociale possono essere ribaltate, cancellate. Ed è l’uscita dell’umanità dalla condizione infima in cui la divisione tra un cielo superiore ed una terra inferiore la costringeva. Ciascun individuo può finalmente volare sulle ali della libertà, per conoscere, comprendere, agire autonomamente....

Bruno azzera creazionismo, finalismo, provvidenzialismo: «gentil sogno, baia di rimbambiti» – per usare la squilla delle sue parole – riportando il pensiero a funzione corporale, così che ogni individuo, libero dai “padroni dell’anima”, possa diventare «padrone del proprio destino». Gli esseri umani, fiduciosi nella ragione, nei sentimenti nelle possibilità e capacità loro, possano finalmente «far quel progresso col spirito», «e liberarse da le chimere di quei  che […] discesi dal cielo, con multiforme impostura han riempito il mondo tutto d’infinite pazzie». La filosofia di Bruno diviene militanza politico-sociale. Il filosofo deve essere «risvegliator di dormienti» per la liberazione da dogmi e padroni. La sua filosofia ci costringe a fare i conti con pregiudizi e ristrettezze mentali. Perché non ammette zone grigie. Perché è un atto d’accusa contro l’opportunismo, la pavidità, l’ipocrisia che producono – scrive Bruno – il «servilismo che è corruzione contraria alla libertà e dignità umana»....

Giordano Bruno è la tromba del coraggio dell’emancipazione, per sperimentarci al di fuori delle maschere inumane di chi vorrebbe un mondo già tutto descritto e prescritto per schiavi consenzienti, che docilmente – scrive il nostro filosofo – si fanno «guidare con la lanterna della fede, cattivando [imprigionando] l’intelletto a colui che gli monta sopra et, a sua bella posta, l’addirizza e guida». Al regno della sottomissione, l’umanità deve sostituire il regno delle libertà e dei diritti. Il regno della dignità e dell’uguaglianza. «Non è possibile – afferma il nostro filosofo – che tutti abbiano una sorte; ma è possibile ch’a tutti sia ugualmente offerta. La legge – aggiunge – faccia che gli potenti per la loro preminenza e forza non sieno sicuri». E specifica: «Gli potenti sieno più potentemente compressi e vinti» affinché «gli deboli non siano oppressi».
E ancora: «Due son le mani per le quali è potenza a legare ogni legge, l’una è quella della giustizia, l’altra è della possibilità; […] atteso che quantunque molte cose sono possibili che son giuste, niente però è giusto che non sia possibile». Noi oggi chiamiamo tutto questo Democrazia. E sappiamo bene che non esiste senza Laicità. Laicità: dimensione privata e pubblica per la dignità di ogni essere umano contro gli analfabeti dei diritti umani, che vomitano la più nera pulsionalità di sopraffazione sul mondo intero. Contro questi razzisti, maschilisti, sessisti, omofobi… dobbiamo essere intransigenti, per non essere rituffati nella notte della non verità che mandò Bruno al rogo....

Maria Mantello, “Giordano Bruno, il coraggio dell’emancipazione”, 15 febbraio 2016.

 
 

LA STORIA DELL'UOMO CHE PENSA DI ESSERE "LIBERO"..

Siamo convinti di avere la libertà di stampa, la libertà d’espressione, la libertà di culto, il libero mercato, le frontiere libere, la libertà di poter scegliere il corso di studi preferito e di cercare/creare il nostro lavoro...
La parola libertà riecheggia quotidianamente nelle case della massa rincoglionita e assopita dai programmi Tv, insinuandosi perfino nelle menti malinformate di chi legge gli articoli di giornale dei pennivendoli asserviti al sistema...
Ma che strano, perché tutta questa continua necessità di rimarcare il concetto di libertà?
 
Se vivessimo realmente in condizioni di libertà, che bisogno ci sarebbe di sottolinearlo continuamente? Davvero siamo così liberi come ci dicono o forse ci stiamo solamente illudendo di esserlo?
Per cercare di rispondere a queste domande, voglio raccontarvi l’incredibile storia di un normale essere umano che visse tutta la sua vita credendo di essere libero, una storia che riguarda da vicino chiunque... (prendetevi tempo leggete)..

"Salve, io sono un essere umano e so di essere libero, proprio come voi che state leggendo questa storia! Come faccio ad esserne certo? Oh, è molto semplice! Basta ripercorrere le tappe fondamentali della nostra vita. La libertà permea così a fondo la nostra esistenza da manifestarsi fin dal preciso istante nel quale veniamo al mondo.
Nostro padre è talmente libero da non riuscire a trovare il tempo necessario per veder nascere suo figlio/a. No, non è una scusa! Vorrebbe essere lì con noi, ma non può perché è troppo impegnato con il suo lavoro...
Tornati a casa dall’ospedale, pochi mesi più tardi, anche nostra madre ci abbandona per molte ore al giorno, perché la maternità finisce, ed è di nuovo libera di tornare a lavorare.
I papà e le mamme sono talmente poco condizionati dalle proprie attività lavorative, che non possono vedere crescere i loro figli se non in modo fugace, sfruttando quei rari momenti di freschezza e lucidità recuperati nei giorni festivi....

Quasi sempre, in virtù esclusiva della loro libertà, i nostri genitori sono costretti a consegnarci a delle apposite strutture: prima gli asili nido e poi gli asili veri e propri...
Difficilmente un genitore può permettersi il lusso di rimanere a casa, perché con un solo stipendio, oggi, si è liberi di non riuscire ad arrivare a fine mese...
E per fortuna che i nostri genitori ce l’avevano un lavoro, stabile e sicuro, altrimenti sarebbero stati talmente liberi, che non avrebbero neppure pensato di metterci al mondo, visto che poi non sarebbero riusciti a sfamarci...
Poco dopo aver iniziato a camminare e a proferire parola, siamo talmente liberi che i nostri genitori ci spediscono a scuola.
E meno male che ci sono i rientri pomeridiani, altrimenti quegli stacanovisti dei nostri genitori avrebbero dovuto assoldare i nonni, bene che vada, o una baby-sitter...
A scuola siamo talmente liberi di scoprire il mondo e di formare la nostra visione personale, che fin dai primi giorni ci costringono a stare seduti per tutto il tempo, al fine d’inculcarci delle verità precostituite, avvalendosi di meccanismi traumatici e ricattatori, come le note o, ancora peggio, la bocciatura...
Lo fanno a fin di bene, ovviamente! Se non fosse che i programmi scolastici sono sempre stabiliti dal ministero dell’istruzione, un organo fondamentale del governo: un candido strumento al servizio del benessere di tutti gli esseri viventi....

Ah scusate, mi sono confuso, quello avviene nel mondo delle fiabe!
Nel mondo reale lo stato è il più potente strumento al servizio degli interessi del potere che, in un’economia capitalistica, coincidono con il raggiungimento del profitto dei capitalisti, e non con il benessere di tutti gli esseri viventi!
I programmi ed i metodi d’insegnamento vengono stabiliti così bene ed in modo così libero, ma così libero, che a scuola c’insegnano che non si deve esercitare lo SPIRITO CRITICO, ma che si deve imparare a memoria le (presunte) verità che l’insegnante ci presenta, esattamente come sono, senza discutere, sulla base di un validissimo principio di autorità: l’ipse dixit...
La logica, la matematica, l’approccio scettico-razionale e quello scientifico? No, quelle sono cose inutili, ostiche, difficili, che interessano solo i geni, che conducono alla pazzia e all’emarginazione sociale...
Ovvio, se non fosse così, il giovane studente, divenuto adulto, potrebbe esercitare il suo spirito critico per rimettere in discussione il potere, e questo, come tutti sanno, è bene che non avvenga in una società dove regna la libertà di mantenere sotto controllo un gran numero di persone....

Già che ci sono, nei programmi inseriscono pure qualche ora d’indottrinamento religioso, tanto per essere sicuri che i ragazzi non imparino mai a pensare, ma che invece credano in modo acritico fideistico a ogni sorta di assurdità....
Ovviamente abbiamo la libertà di culto, eppure siamo così liberi, ma così liberi di scegliere la nostra religione (o di diventare atei/agnostici), che stranamente quasi tutti praticano il medesimo credo dei propri genitori, salvo rarissime eccezioni....
Siamo talmente liberi che arrivati a 13/14 anni già bisogna scegliere un indirizzo per la scuola superiore, senza neanche avere la più pallida idea di che cosa significhi realmente quella scelta per il nostro futuro; eppure, ci dicono, è bene che decidiamo liberamente in prospettiva del lavoro che vorremmo fare da grandi.
Siamo talmente liberi che già a scuola iniziano a catalogarci e a etichettarci, impartendoci un sapere settorializzato e marchiandoci a vita con delle valutazioni....
Non c’è un corso di studi volto allo sviluppo dell’interezza dell’essere umano, perché il capitale non ha bisogno di simili individui, ma di specifici automi....
Gli attori dell’economia di libero mercato pretendono che la scuola e l’università sfornino macchine per svolgere un preciso ruolo, che devono essere strettamente intercambiabili l’una con l’altra, in modo da avere uno scarso valore commerciale ed essere così maggiormente ricattabili....
Ma la cosa più importante è che gli studenti non devono capire nella maniera più assoluta di essere “UMANI”, INDIVIDUI UNICI e IRRIPETIBILI, che hanno un valore intrinseco incommensurabile...

Non devono neanche comprendere il reale valore del tempo della vita, né la straordinaria importanza della libertà, né tanto meno il fatto che la complessità dell’esistenza gli riserva uno spettro pressoché infinito di possibilità, altrimenti non si sottometteranno mai in modo libero e volontario, ovviamente, alle assurde necessità del sistema capitalistico basato sull’ideologia del libero mercato....
Dopo ulteriori 5 anni di studi demotivanti, noiosi e forzosi, che finiscono per allontanare quasi tutti gli studenti dalla passione per il libero pensiero e dalla vera sete di conoscenza, saremo talmente liberi da dover effettuare un’altra scelta gravosa: andare a lavorare, oppure continuare gli studi per poi andare a lavorare, sempre in virtù esclusiva della libertà di poter scegliere che cosa fare della nostra vita....
Ovviamente prima d’iniziare a lavorare, pena il morire di fame, sia chiaro, sempre e comunque in modo volontario, dovremo cercare “il” lavoro che pensiamo di voler fare, che però dopo qualche mese di ricerca diventa “un” lavoro che vogliamo fare che, dopo un altro po’ di attesa, diventa un lavoro, che per molti si trasforma in un apprendistato sottopagato o in un’attività di volontariato gratuita o in disoccupazione...
Iniziamo così a sperare liberamente di poter lavorare a qualsiasi condizione. Ma siamo liberi, quindi, se il lavoro non c’è possiamo inventarcelo, diventando imprenditori di noi stessi!
Esattamente! Siamo talmente liberi che le attività che possiamo pensare di avviare devono essere necessariamente remunerative, altrimenti non sarebbero economicamente sostenibili.
Quindi, se per disgrazia ciò che ci piace fare non genera profitto, l’economia di libero mercato c’impedisce di farne la nostra principale attività di vita...
Pazienza, metteremo liberamente i nostri sogni in secondo piano, perché la nostra scelta libera è di lavorare e non di fare ciò che vorremo fare!

Così, se non abbiamo denaro per vivere di rendita (potendo dedicare il nostro tempo a tutto ciò che ci piace), o se non abbiamo abbastanza capitale e/o idee per avviare un’attività che generi profitto, bisognerà, sempre in tutta libertà, recarci a mendicare il lavoro da chi invece di capitale ne possiede perfino in abbondanza a causa della libertà di accumulare anche in eccesso, nonostante altri esseri umani stiano liberamente vivendo in povertà da qualche altra parte del mondo...
Li chiamano imprenditori, datori di lavoro o benefattori, perché ti offrono la possibilità di poter lavorare in cambio della maggior parte del frutto del tuo lavoro, che gli viene riconosciuto grazie alla nostra volontà di donarglielo, che sia chiaro!
Una volta firmato un contratto, potremo finalmente iniziare a lavorare. Per ringraziati del fatto che tu con il tuo lavoro manterrai lui e la sua famiglia, consentendogli perfino di vivere nel lusso, il capitalista sarà libero di sottoporti a ritmi di lavoro disumani, e sarà anche libero di licenziarti, se per disgrazia ti rifiutassi di svolgere diligentemente le mansioni che ti verranno assegnate.
Tu invece, essendo un lavoratore subordinato, sarai libero esclusivamente di ringraziare per la possibilità di essere sfruttato, o di rimanere senza lavoro, rischiando così di diventare povero e dormire per strada....

Prima di tutto però, per meritarti l’assunzione, devi liberamente sottoporti a dei test psico-attitudinali, come se fossi una cavia da laboratorio... Perché ci fanno questo? Sempre per il nostro bene, non c’è posto per tutti, quindi sono costretti a scegliere il migliore. E gli altri? Quelli che rimangono fuori? Gli altri sono liberi di cercare un altro lavoro o di vivere in povertà, ovviamente.
Proprio così! Perché in un mondo dove regna la libertà, gli esseri umani non hanno la certezza di trovare un lavoro dignitoso che gli permetta di vivere serenamente la vita, no! In un mondo veramente libero, il lavoro è mal ripartito: invece di lavorare tutti 5-6 ore, c’è chi lavora 8-10 ore e chi niente; così gli esseri umani devono scannarsi vicendevolmente per farsi assumere, provocando la disperazione degli altri e la propria (illusoria) felicita, che purtroppo durerà ben poco...
Infatti chiunque riesce a trovare un lavoro ben presto si accorge di essere talmente libero, ma talmente libero, da non aver più tempo per fare niente al di fuori dell’ambito della sua attività lavorativa.
In pratica il lavoro diventa la sua vita e la sua vita diventa il suo lavoro, e questa rappresenta la massima espressione di libertà per un lavoratore subordinato (e non solo!). Ma il lavoro rende liberi, giusto?

In generale chi lavora è talmente libero che si comporta come un carcerato spontaneo, che si rinchiude volontariamente nella propria cella per 8-10 ore al giorno per 40 anni. Quest’attività protratta per un  tempo così elevato provoca da sempre problemi psico-fisici di ogni genere...
Che lavorare sia estremamente bello, salutare e divertente è un fatto ovvio. Infatti il lavoratore medio è talmente motivato e si reca talmente liberamente al lavoro il lunedì mattina, che i medici si sono dovuti inventare un nome da dare ad una nuova sindrome che, con molta fantasia, hanno deciso di chiamare: “sindrome del lunedì” (in Italia ne soffrono 6 lavoratori su 10).
Un’altra prova del fatto che il lavoro sia salutare, consiste nel fatto che quando un lavoratore si ammala, il medico gli prescrive dei giorni di riposo. Infatti, come tutti sanno, lavorare fa così bene alla salute che per guarire è meglio stargli lontano!
Lavorando tutti, prima o poi, ci accorgeremo che il nostro ruolo, che pensiamo di aver scelto liberamente tra quelli disponibili e al quale abbiamo avuto la libertà di adattarci, non è stato concepito per essere bello, piacevole o motivante, ma è stato ideato per essere funzionale al profitto del capitale....
(LA SOCIETA' DEL PROFITTO)
 
Così, pur subendo volontariamente un furto da parte dei capitalisti e nonostante svolgeremo un ruolo incompatibile con la nostra natura umana, avremo un misero stipendio, che useremo per comprare una macchina da usare tutti i giorni per andare liberamente al lavoro; una bella casa, che utilizzeremo per dormire quando non saremo al lavoro; del cibo per mantenerci in vita, in modo tale da poter lavorare in modo efficiente; numerose cianfrusaglie, quali vestiti di marca, che poi resteranno quasi sempre in armadio perché non avremo neanche il tempo per indossarli; oltre a un non ben precisato numero di ammennicoli di scarsa qualità, acquistati in modo libero a seguito di continue pressioni psicologiche dovute alla pubblicità o ad altri condizionamenti sociali... (LA SOIETA' DEGLI ILLUSI)..
In questo modo saremo liberi e felici di far arricchire i nostri benefattori lavorando con modalità disumane sì, proprio quelli che ci hanno dato la possibilità di farci rubare una parte consistente del frutto del nostro lavoro; di pagare un mutuo, che ci costringerà amorevolmente a lavorare minimo per altri 30 anni, con somma gioia degli azionisti della banca; e di alimentare i processi consumistici, che riprodurranno ritmi di consumo sempre più rapidi, in modo da generare un maggior profitto per i capitalisti, oltre che un indesiderabile inquinamento ambientale...

Con il nostro libero consumo di prodotti, che inspiegabilmente si guastano, non sono riparabili, diventano obsoleti e fuori moda, spingeremo la macchina economica ancora più velocemente, permettendo così anche ad altri esseri umani di procurarsi liberamente la propria condizione di asservimento...
I vestiti alla moda e la nuova auto però, aumenteranno la probabilità d’incontrare il/la compagno/a della vita che, in modo del tutto libero, e non a causa di consuetudini sociali, decideremo di sposare, salvo divorziare altresì liberamente dopo un po’ di anni...
Il tutto non prima di aver messo al mondo delle creature indifese che, a loro volta, saranno liberamente costrette a subire la stupidità dei propri genitori, vittime delle inevitabili complicazioni di una convivenza forzosa e di un mix illusorio di fedeltà e amore eterni.
La nostra vita andrà avanti tra libere privazioni, dovute alla mancanza di tempo e/o di denaro riconducibili all’attività lavorativa, sperando di continuare a lavorare fin quando non saremo vecchi e inefficienti per generare profitto...

Fine della storia. Perché? E’ semplice: non succederà più niente di significativo. Saremo diventati dei perfetti ingranaggi al servizio della macchina economica. Strapperemo i fogli dal calendario uno dopo l’altro, conducendo giornate sempre più simili, sempre più vuote e sempre più inutili.... Il resto della nostra vita volerà via… fin quando il capitale, dopo averci sfruttato per 40 anni, ci getterà come dei rifiuti industriali. Saremo liberi di smettere di lavorare, percependo addirittura una misera pensione! (DA SPENDERE IN FARMACI E CURE PER RACCATTARE QUALCHE ALTRO GIORNO DI VITA)... 
Avremo 70 anni, e molto probabilmente verseremo in condizioni psico-fisiche indecorose. Impiegheremo quasi tutta la pensione per acquistare liberamente i medicinali che ci serviranno per sopravvivere altri 10-15 anni, bene che vada, con somma gioia delle multinazionali del farmaco...
Dovremo decidere che cosa fare di quel poco tempo libero che avremo ancora a nostra disposizione, prima di sceglie liberamente di finire in un ospizio, in un letto d’ospedale o di passare a miglior vita, ma a quel punto lo spettro delle infinite possibilità, che ci si manifestava in tutta la sua magnificenza innanzi ai nostri occhi da giovani, la cui vista ci veniva sapientemente preclusa dai condizionamenti del sistema, si sarà ridotto così tanto, ma così tanto, che saremo liberi di sceglie un qualsiasi elemento d’un insieme vuoto...
In quel preciso istante, ripercorrendo all’indietro la nostra esistenza, coglieremo l’inganno e realizzeremo di non aver vissuto un sol giorno in condizione di libertà, ma di esserci illusi quotidianamente, tra una costrizione e l’altra, di essere liberi...
Il nostro tempo sarà svanito e non avremo vissuto neanche da vivi... Non ci resterà che la magra consolazione di un’altra illusione: quella dell’ALDILA'... (E PENSATE IN CHE MODO CI ARRIVEREMO!!).

MESSAGGIO CONCLUSIVO..
 
Inspiegabilmente lo spirito del tempo s’introdurrà nella nostra mente e così capiremo una sconvolgente verità:
Perché dall’infinito spettro delle possibilità che ci prospetta la complessità dell’esistenza, ci riduciamo a scegliere tra una manciata di ruoli preconfezionati, che poi speriamo di svolgere per tutta la vita? È la società che interferisce e modella i nostri comportamenti, le nostre credenze, le nostre scelte, quello che pensiamo sia giusto o sbagliato. Non siamo veramente liberi, piuttosto ci convinciamo di esserlo. Siamo certamente liberi di scegliere tra chi deciderà se sarà o meno il caso di sfruttarci; siamo ovviamente liberi di comportarci secondo i dettami imposti dal sistema, ma se proviamo ad uscire dagli schemi veniamo immediatamente emarginati, presi per pazzi e rischiamo di finire in povertà. Siamo al tempo stesso guardie e prigionieri, che giudicano gli altri senza pensare alla follia della propria condizione esistenziale. Non costruiamo la nostra strada, no! Intraprendiamo una di quelle già preconfezionate dal sistema. La complessità d’un essere umano è straordinaria, le sue potenzialità sono infinite e noi che cosa diventiamo? Una commessa, un operaio, un’impiegata, un meccanico, una giornalista, un avvocato… Sacrifichiamo 8-10 ore al giorno per il lavoro e non ci resta più tempo per vivere. Così le giornate si appiattiscono, diventando indistinguibili l’una dall’altra, perché non abbiamo modo di esprimere la nostra unicità. É il capitale che delinea le scelte della nostra vita, facendoci credere che l’unica alternativa consista nel morire di fame o nel vivere di auto-produzione, emarginati e derisi da tutto il resto della società. Ci hanno insegnato a credere che la schiavitù derivante da un lavoro totalizzante e subordinato sia un diritto da invocare per conquistare indipendenza e libertà. Sopravviviamo incastrati tra mille impegni e altrettanti condizionamenti, che sono innanzitutto mentali. Dopo anni di formazione, propaganda e lavoro, la maggior parte degli esseri umani non è più neanche in grado di pensare in modo libero, ma si adatta a schemi e idee già esistenti in modo acritico-fideistico, figuriamoci se simili individui possono essere in grado di agire in modo libero! Per essere fisicamente liberi, bisogna prima liberare la mente, e per farlo l’unica via praticabile è quella di adottare una forma mentis scettico-razionale, allenandoci ad esercitare il nostro spirito critico. Non saremo mai liberi fin quando non ricominceremo a pensare, perché se la mente è ridotta in catene allora anche il corpo non può che vivere in condizioni di privazione di libertà.
Ma saremo vecchi e purtroppo, anche se avremo imparato la lezione, la nostra unica opportunità sarà sfumata...
Così, come unico vero atto eroico di un’esistenza priva di significato, decideremo di raccogliere le ultime forze per concepire un breve messaggio da destinare alle nuove generazioni dell’intera umanità:
Siete veramente liberi? State ben attenti, non lasciatevi ingannare! Non gettate al vento le vostre opportunità. Chiudete gli occhi e concentratevi. Pensate! Rimettete in discussione il sistema sociale nel quale vivete. Per farlo, usate la logica e la razionalità. Cercate di fuggire dai condizionamenti e dalle false necessità. Analizzatele e smontatele una ad una. Scacciate i sentimenti di odio, di rancore e d’arrivismo. Allontanate la sete di fama e di successo. Ripudiate il potere, l’opulenza. Riconoscete l’inutilità della lotta e della violenza. Allontanate l’ideologia del merito e della competizione. Aprite la vostra mente ai sentimenti di amore, di fratellanza e d’affetto; riconoscete la superiorità della cooperazione. Pensate a voi stessi ed alla natura che vi circonda; guardate agli altri e siate consapevoli di ciò che potreste fare per migliorare l’esistenza di tutti gli esseri viventi. Capite l’importanza di avere il giusto, il necessario; la follia di sfruttare e del farsi sfruttare. Concentratevi ancora, e riflettete… prendetevi tutto il tempo di cui avete bisogno… cercate tra le vostre passioni più sincere, tra i vostri reali interessi e domandatevi: che cosa voglio fare realmente? Bene, quella è la risposta esatta, mettetela in atto e portate a compimento con pienezza la vostra vita...

UN SALUTO A TUTTI GLI ESSERI LIBERI..
 
 

PAURA DELLA MORTE...?

La morte è l’inganno più grande... Grazie a questo inganno l’èlite è riuscita a tenere sotto scacco l’umanità: se vi fermate a pensare, infatti, capirete che ogni dittatura ha sempre fatto leva sulla morte e soprattutto sulla paura della morte...
Se l’umanità non avesse avuto questa paura nessuno mai avrebbe potuta ricattarla. Se un individuo sa di essere immortale non si piega davanti a nessuna dittatura. Religione e scienza di regime sono due facce della stessa medaglia, una dice che se non fai il bravo schiavo finisci all’inferno, l’altra, la scienza di regime, ci dice che siamo qui per caso e che spariremo nel nulla senza nessun motivo. E che tutto questo mondo così complesso e articolato è solo il risultato del caos, aumentando così la paura della morte, visto che l’uomo si convince che questa sia l’unica esistenza che avrà a disposizione...

ELISABETH KüBLER-ROSS...
"Morire significa solo perdere il proprio corpo fisico, così come fa la farfalla quando esce dal suo bozzolo. Si tratta di una transizione verso un più alto livello di coscienza, in cui si continua a percepire, a ridere, a capire, ad evolvere, e in cui l’unica cosa che si perde, è qualcosa di cui non si ha più bisogno: il corpo fisico...
Non dobbiamo aver paura, e un modo per non averne è sapere che la morte non esiste, e che tutto quello che sperimentiamo nella vita ha uno scopo positivo. Bisogna liberarsi della negatività e cominciare a considerare la vita come una sfida, una prova per accertare le proprie risorse interiori e la propria forza. Quello che abbiamo saputo dai nostri amici trapassati, dalle persone che sono ritornate per raccontarci le loro esperienze, è che ogni essere umano, dopo il trapasso rivede tutta la propria vita, come in un film, avendo così l’opportunità di riconsiderare ogni propria azione, ogni parola, ogni pensiero e di giudicarsi da sé. Non c’è perciò nessun giudizio, se non il nostro, e nessun Dio giudicante pronto a punirci."

ROBERT LANZA
“La vita e la coscienza sono fondamentali per l’universo e praticamente è la coscienza stessa che crea l’universo materiale in cui viviamo e non il contrario. Prendendo la struttura dell’universo, le sue leggi, forze e costanti, queste sembrano essere ottimizzate per la vita, il che implica che l’intelligenza esisteva prima della materia..
La morte della coscienza semplicemente non esiste... Esiste solo sotto forma di pensiero, perché le persone si identificano con il loro corpo credendo che questo prima o poi morirà e che la coscienza a sua volta scomparirà. Se il corpo genera coscienza, allora questa muore quando il corpo muore, ma se invece il corpo la riceve nello stesso modo in cui un decoder riceve dei segnali satellitari, allora questo vuol dire che la coscienza non finirà con la morte fisica... Una persona morta, durante il viaggio attraverso una sorta di tunnel non finisce all’inferno o in paradiso, ma in un mondo simile, a lui o a lei. E così via, all’infinito... L’energia della coscienza a un certo punto viene riciclata in un corpo diverso e nel frattempo esiste al di fuori del corpo fisico ad un altro livello di realtà, anche, in un altro universo."
 
G I O R D A N O   B R U N O
 Giordano Bruno disse queste parole all'amico e discepolo
Sagredo poco tempo prima d'essere arso vivo dalla Santa Inquisizione.